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Sicurezza e termini tecnici, le indicazioni da non sottovalutare

Osservazioni, Raccomandazioni, Prescrizioni sul funzionamento degli impianti termici. Le trovate sul modulo che il tecnico deve compilare quando fa la manutenzione periodica della caldaia. Probabilmente ora starete pensando “Che roba è? Burocratese, passiamo oltre”. Non è così: sono questioni tecniche, certo, ma riguardano direttamente la sicurezza degli impianti e quindi delle persone che vivono o lavorano in un ambiente.

Vediamo di che si tratta, allora, tenendo sempre a mente che sono indicazioni da non ignorare o prendere sotto gamba.

Se il tecnico segnala delle Osservazioni, significa che ha registrato delle difformità rispetto alle norme, ma si tratta di problemi che non intaccano la sicurezza dell’impianto. Quali?

  • Manca della documentazione, ad esempio la dichiarazione di conformità o il libretto di uso e manutenzione. 
  • Mancano i certificati degli organi di sicurezza oppure sono scaduti, vedi le pratiche INAIL/ISPESL o quelle sui rilevatori di fughe di gas.
  • L’impianto ha una perdita di gas, ma questa è inferiore a un litro all’ora.

In questi casi non è prevista una segnalazione agli organi competenti, ma le problematiche vanno comunque risolte, mettendo a punto l’impianto o sistemando i documenti, in modo che tutto sia in ordine.

Quando vengono indicate delle Raccomandazioni, invece, vuol dire che l’impianto ha difformità che ne intaccano la sicurezza, ma non creano pericolo nell’immediato futuro. In parole povere, abbiamo dei problemi che si devono obbligatoriamente risolvere, ma al momento non ci sono rischi imminenti. Qualche esempio?

  • La presa di aerazione c’è ma può essere ostruita, oppure ha dimensioni non adeguate. 
  • Il locale caldaia è correttamente separato dai locali a rischio incendio, come un garage, ma manca un’adeguata porta REI 120 (c’è una porta di ferro, ad esempio). 
  • Nel locale caldaia c’è del materiale che va portato via.
  • Gli organi di sicurezza dell’impianto si possono sezionare o bypassare (quindi non garantiscono la corretta prevenzione).
  • L’impianto ha una perdita di gas compresa fra uno e 3 litri all’ora.

In questi casi il tecnico è tenuto a segnalare questi problemi non solo al cliente, ma anche alla Provincia, quando compila i documenti per il  CURIT. In questo modo l’ente potrà verificare la risoluzione dei problemi ed eventualmente emettere una sanzione qualora non siano stati presi i provvedimenti necessari. Non c’è nemmeno bisogno di sottolineare che la situazione va sistemata in tempi ragionevoli e con l’intervento di professionisti qualificati.

Quando vengono indicate delle Prescrizioni, infine, bisogna intervenire quanto prima, perché c’è un serio rischio per la sicurezza. Le Prescrizioni infatti sono difformità che intaccano la sicurezza dell’impianto e possono rappresentare un pericolo nell’immediato futuro. Anche qui, facciamo un po’ di esempi.

  • Non c’è la presa di aerazione.
  • La presa di ventilazione non c’è oppure ha dimensioni inadeguate (per le caldaie di tipo B, quelle con aspirazione nel locale).
  • La caldaia è installata in un locale a rischio incendio - come il garage, dicevamo prima - oppure è separata da questi locali con una porta in legno. 
  • Nel locale caldaia c’è materiale infiammabile o esplosivo (e la lista è più lunga di quanto si possa immaginare da profani).
  • Mancano gli organi di sicurezza. 
  • C’è una perdita di gas superiore a tre litri all’ora.

Se il tecnico riscontra problemi di questo tipo, ha l’obbligo di intervenire immediatamente. L’impianto non si può lasciare in funzione e va spento subito, per tutelare la sicurezza del cliente e delle persone che vivono o lavorano nell’ambiente interessato.

La situazione va anche segnalata agli enti competenti: dobbiamo comunicare le Prescrizioni al Comune e alla Provincia, perché non farlo costituisce una grave irresponsabilità che può essere sanzionata. Senza dimenticare l’aspetto etico e deontologico: parliamo di concreti rischi per la sicurezza, impensabile non intervenire.

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