Trasparente, chiara, semplice. In apparenza, almeno: nel mondo degli impianti termici l’acqua è un “ingrediente” chiave, tanto importante quanto complesso da gestire. È il fluido termovettore per eccellenza, cioè quello che trasmette il calore con il miglior bilancio tra efficienza, semplicità e sicurezza, ma non è sempre uguale. Le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua con cui viene alimentato un impianto, infatti, incidono sul funzionamento dei vari dispositivi.
Vediamo insieme qualche concetto base, in relazione all’uso dell’acqua per riscaldamento e raffrescamento. L’acqua non è tutta uguale, dicevamo: per far funzionare al meglio un impianto o per prevenire problemi potrebbero servire trattamenti specifici. Ad indicarlo sono diversi elementi, come il pH - il valore che esprime di grado di acidità o basicità -, la durezza, l’alcalinità, la presenza o meno di determinate sostanze disciolte nell’acqua. Si valutano quindi vari parametri e anche la “combinazione” dei diversi elementi: l’obiettivo è sempre evitare incrostazioni, corrosioni o crescite microbiologiche che nel tempo danneggiano le apparecchiature.
Qualche esempio? I cloruri possono causare corrosioni se superano certi limiti, mentre la silice può creare depositi e incrostazioni. Il ferro può essere normalmente presente nell’acqua immessa nell’impianto oppure indicare fenomeni di corrosione: dipende dalle quantità, l’“allarme” scatta se vengono superate determinate soglie.
La presenza di rame in genere indica una corrosione in atto, perché raramente lo si trova in quantità significative nella “materia prima” che viene inserita negli impianti, mentre il manganese in alcune zone è naturalmente presente nell’acqua. La presenza di sostanze organiche oltre determinate concentrazioni in genere segnala fenomeni di inquinamento, mentre alghe, muffe e batteri possono svilupparsi nei circuiti creando problemi agli impianti e fastidi per la salute.
E se gli acquedotti che alimentano il rubinetto di casa sono controllati con analisi attente, a cadenza regolare, i tecnici sanno applicare i giusti correttivi quando l’acqua di alimentazione degli impianti ha caratteristiche particolari.
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